Le indagini per accertare le responsabilità sul crollo del Ponte Morandi a Genova potrebbero essere giunte a una svolta. Un reperto mostrerebbe l’avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio dentro lo strallo di cemento armato.
GENOVA – E’ il reperto numero 132. Quello che potrebbe dare una svolta nelle indagini relative al crollo del Ponte Morandi avvenuto lo scorso 14 agosto e costato la vita a 43 persone. Tra i reperti catalogati dai periti della procura e i consulenti ne è stato trovato uno, appunto, che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio dentro lo strallo di cemento armato. Corrosione, secondo i militari della Guardia di Finanza, dovuta a manutenzioni carenti.
Analisi in Svizzera: il reperto del Ponte Morandi sarà spedito a Zurigo
Secondo quanto riporta il Secolo XIX, il reperto in questione verrà inviato in Svizzera per analisi più approfondite. Il reperto è ora sotto sequestro e si trova in un hangar in attesa di essere spedito a Zurigo.
Per gli inquirenti, infatti, il collasso del viadotto è stato causato dalla rottura degli stralli (i tiranti alla sommità della struttura) deteriorati da anni e per i quali era stato approvato il progetto di retrofitting, il rinforzo appunto delle pile 9 e 10. I lavori sarebbero dovuti partire tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019.
Intanto in Italia proseguono le indagini per provare a fare luce sulle cause effettive e sulle responsabilità dirette e indirette riconducibili al tragico crollo del Ponte Morandi che ha causato la morte di oltre quaranta persone lo scorso 14 agosto.