Decreto Rilancio, dalla regolarizzazione di braccianti, colf e badanti un possibile guadagno per lo Stato.
Con la pubblicazione del decreto Rilancio in Gazzetta Ufficiale, emerge anche l’analisi tecnica sul testo. E i riflettori si spostano inevitabilmente su uno dei provvedimenti più discussi dell’intero documento: la regolarizzazione dei lavoratori in nero.
Secondo le previsioni, la regolarizzazione interesserà 220.000 persone e per lo Stato potrebbe esserci un guadagno di venti milioni circa.
La regolarizzazione di braccianti, colf e badanti
Tra braccianti, colf e badanti dovrebbero essere presentate circa 220.000 domande di regolarizzazione . Di queste 176.000 potrebbero essere presentate dai datori di lavoro, le restanti da cittadini con permesso di soggiorno scaduto.
Nella relazione viene specificato come si tratti di stime ipotetiche, rese difficili anche dal fatto che il lavoro nero rappresenta una incognita anche per quanto riguarda i numeri degli irregolari sul territorio.
Un ‘guadagno’ di 20 milioni per lo Stato
E per quanto riguarda i costi, gli incassi supererebbero le spese necessarie per affrontare la gestione delle pratiche.
Nello specifico, i datori di lavoro, per la regolarizzazione, sono tenuti a versare un contributo di cinquecento euro (, più un forfait) per ogni lavoratore che deve essere regolarizzato.
I soggetti con permesso di soggiorno scaduto che chiedono e ottengono la regolarizzazione, devono versare invece 130 euro.
Stando a quanto riferito da il Corriere della Sera, la procedura potrebbe comportare un guadagno di venti milioni circa per lo Stato.
Come specificato in precedenza, si tratta di stime incerte in quanto non sono chiari ed evidenti i numeri dei lavoratori che effettivamente potrebbero essere regolarizzati.