Francesco Guccini è nato a Modena il 14 giugno 1940. Tra i successi del cantautore, La locomotiva del 1972.
Tanti auguri a Francesco Guccini! Il noto cantautore italiano è infatti nato il 14 giugno 1940 a Modena.
Tra l’Emilia e l’appennino pistoiese
Guccini, dopo la nascita, trascorre i primi anni di vita a Pavana, sull’Appennino pistoiese. La madre, Ester Prandi, è costretta a rifugiarsi nella casa dei nonni paterni causa l’inizio del secondo conflitto mondiale e la conseguente partenza, come soldato, del padre Ferruccio. Dopo la guerra Francesco Guccini torna a Modena insieme alla famiglia e finite le scuole lavora come giornalista per la Gazzetta di Modena.
L’inizio della carriera
La carriera musicale di Guccini comincia alla fine degli anni ’50, quando entra a far parte di gruppi rock. Nel 1961 scrive la sua prima canzone (“L’antisociale”) e l’anno dopo scopre Bob Dylan. Negli anni ’60 si fa conoscere soprattutto come autore (“Auschwitz” per l’Equipe 84 e “Dio è morto” per i Nomadi, di Augusto Daolio) ed è vittima di una censura all’italiana: “Dio è morto”, canzone di profonda spiritualità – trasmessa persino da Radio Vaticana – viene censurata dalla RAI, perché considerata blasfema.
Guccini, i successi
Tappe fondamentali della sua musica possono essere considerati “Radici” del 1972 (con quello che è un po’ il suo inno: “La locomotiva“, ballata anarchica ispirata a una storia vera del 1893), “Via Paolo Fabbri 43” del 1976 (il cui titolo altro non è che l’indirizzo bolognese di Guccini e con “Piccola storia ignobile”, un brano dedicato alle polemiche sull’aborto), “Fra la Via Emilia e il West” del 1984 (registrazione del concerto del 21 Giugno 1984 in Piazza Maggiore a Bologna, la miglior antologia possibile dei primi vent’anni musicali di Guccini), “Signora Bovary” del 1987 (con canzoni dedicate al padre ? “Van Loon” – e alla figlia Teresa ? “Culodritto” – forse l’album di Guccini in cui c’è più attenzione per la musica, per una volta non solo sfondo per i testi) e l’amaro e malinconico “Quello che non…” del 1990 (con una splendida canzone d’amore ? “Canzone delle domande consuete” – e la bellissima e triste “Cencio”, dedicata a un amico della Bocciofila di Modena).