Via libera al G20 di Roma alla Global Minimum Tax, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2023: cos’è e a cosa serve.
Il G20 di Roma ha approvato la global minimum tax e cambia le regole dell’economia e livello mondiale. Dopo il via libera da parte dei leader dei Paesi più influenti a livello economico, si passa alla fase operativa, ossia alla trasformazione dell’accordo in una vera e propria norma che deve essere inserita nella legislatura dei singoli paesi. Il G20 fissa anche le scadenze: la global minimum tax deve essere attuata entro il 2023.
Cos’è la Global Minimum Tax
La Global minimum tax o tassa minima globale è un’aliquota minima sugli utili delle grandi aziende. Nello specifico, l’accordo prevede un’aliquota minima del 15%. Questo provvedimento serve a livellare la situazione e a contrastare i famosi paradisi fiscali che spingono le aziende a spostare le sedi fiscali per ottenere vantaggi economici e fiscali.
Come funziona
L’accordo raggiunto al G20 di Roma prevede che le aziende con entrate superiori al tetto dei 20 miliardi di euro possono essere tassate anche nei Paesi nei quali effettivamente avvengono i consumi. Il secondo elemento del provvedimento dispone che i Paesi debbano applicare una tassa minima di almeno il 15% alle grandi multinazionali che ospitano.
Gli effetti della tassa minima globale
La tassa minima globale dovrebbe avere effetti considerevoli sulle economie dei singoli Paesi, che in questo modo possono riscuotere il dovuto dalle grandi multinazionali che ospitano. La tassa tende a contrastare il fenomeno dei paradisi fiscali e delle scatole fiscali che spingono le aziende a spostare la sede fiscale in Paesi considerati più convenienti. L’introduzione della tassa minima prevede che in tutti i Paesi l’aliquota sia almeno del 15%. Ovviamente in alcuni Paesi l’aliquota sarà più alta e questi Paesi risulteranno meno convenienti, ma è evidente il vantaggio legato al fatto che tutti i Paesi partono dalla stessa base per quanto riguarda il regime fiscale.