Caos Milan, anche Marco Fassone nel mirino delle critiche. C’è chi ne invoca le dimissioni ma il debito con il Fondo Elliott lo ‘salva’.
Dopo la sconfitta rimediata nell’ultimo turno di campionato contro l’Hellas Verona, la tifoseria rossonera si è scatenata a suon di hashtag e critiche: nel mirino ci sono Gennaro Gattuso, il ds Massimiliano Marebelli e anche Marco Fassone, uomo-immagine del progetto di Yonghong Li. Il no dell’UEFA sul Voluntary Agreement proposto dai rossoneri, le possibili sanzioni e l’andamento stagionale hanno di fatto distrutto l’atmosfera creatasi la scorsa estate.
E i tifosi chiedono le dimissioni…
Non solo #GattusoOut. La tifoseria milanista, illusa e delusa dall’andamento della stagione, annovera anche Marco Fassone tra i responsabili del fallimento del progetto rossonero. È stato lui a chiamare al Milan Massimiliano Mirabelli ed è lui il rappresentante della società visto che il presidente si trova in Cina, trincerato dietro un silenzio che non lascia tranquilli in questa bufera che rischia di capovolgere la barca rossonera, una barca che sembrava una corazzata a inizio stagione ma che si è trasformata presto in una zattera.
Marco Fassone l’Intoccabile: il Milan non può cacciarlo
Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, i desideri di parte della tifoseria rossonera non possono essere realizzati. In virtù di una clausola inserita nel contratto per il prestito richiesto al Fondo Elliott, Marco Fassone non potrà essere rimosso dall’incarico fino all’estinzione del debito.
Ma c’è una via…
Il colpo di scena però, come ci insegna la storia recente del Diavolo, è sempre dietro l’angolo: la via di uscita è rappresentata dalla cordata araba interessata all’acquisto (o all’ingresso in società) del Milan. I nuovi investitori sarebbero pronti a rifinanziare il debito a patto che venga fatta una rivoluzione dell’assetto societario. Fassone incluso.