Coronavirus, la Manovra economica torna in Consiglio dei Ministri per la ‘nuova’ approvazione. La Pubblica Amministrazione verso lo sciopero.
La manovra economica torna in Consiglio dei Ministri dopo gli accorgimenti che si sono resi necessari a fronte della seconda ondata dell’emergenza coronavirus.
La Manovra torna in Consiglio dei Ministri
Nella bozza del testo emergono gli sgravi per incentivare l’occupazione femminile, i 400 milioni stanziati dal governo per far fronte all’emergenza sanitaria, l’assegno unico, la Cassa integrazione Covid e i ristori per le aziende colpite dall’emergenza coronavirus.
Non mancano inoltre provvedimenti marginali, come ad esempio la trasformazione dell’Istituto Luce in una S.P.A. E questo è solo uno degli esempi.
Per finanziare la maxi-manovra da 38 miliardi il governo potrebbe chiedere un nuovo scostamento di bilancio, passando quindi nuovamente per il Parlamento per l’approvazione dell’extra-deficit.
La Pubblica Amministrazione verso lo sciopero
Con il testo ancora in cantiere emergono le prime polemiche contro l’azione del governo. A minacciare lo sciopero sono le sigle dei sindacati dei settori pubblici, che evidenziano che non ci sono risposte adeguate.
La nota è firmata da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, che rendono noto di non vedere nel testo le proposte adeguate per superare la scuola.
“Non ci sono ragioni che fanno venir meno la mobilitazione e quindi andremo avanti con proclamazione dello sciopero dei settori pubblici. Avevamo chiesto un tavolo con il Governo su assunzioni, contratti e interventi urgenti ed emergenziali sul fronte della sicurezza. Ad oggi questo confronto non è partito“, recita la nota.
“Chiediamo di mettere a fuoco la grave emergenza occupazione nelle pubbliche amministrazioni. Così come siamo costretti a registrare che neanche sul fronte contrattuale il governo ha scelto di investire per rilanciare una riforma urgente e necessaria del sistema di classificazione e un grande piano di riqualificazione del personale. E non si investe sui i salari dei dipendenti che rimangono tra i più bassi d’Europa”.
