Roma – Vandalizzata la lapide commemorativa della scorta di Aldo Moro. La polizia indaga per rintracciare i responsabili.
ROMA – Uno scempio, un insulto alla memoria nazionale e a quella di un defunto, un atto vandalico da condannare con tutte le forze e facendo ricorso a tutte le conseguenze legalmente attuabili.
Svastiche e insulti sulla lapide di Aldo Moro. Questo lo spettacolo cui hanno dovuto assistere i cittadini romani di passaggio a via Stresa, a Roma, dove sorge il monumento in ricordo di Aldo Moro e degli agenti della scorta uccisi dalle Brigate Rosse per rapire il politico.
La strage di via Fani venne pianificata e compiuta da Valerio Morucci, Franco Bonisoli, Prospero Gallinari, e Raffaele Fiore, con il supporto di Mario Moretti, Alessio Casimirri, Alvaro Lojacono, Barbara Balzerani, Bruno Seghetti e Rita Algranati. Il commando di brigatisti fece fermare le auto della scorta di via Aldo Moro e iniziarono a fare fuoco sulle auto travestiti da piloti di Alitalia.
Nella sparatoria rimasero uccisi i carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e i poliziotti Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. Aldo Moro venne ucciso dopo cinquantacinque giorni di prigionia.
Vandalizzata la lapide in memoria di Aldo Moro e la sua scorta, al via le indagini
“Morte alle guardie“, questa la scritta apparsa sulla base di cemento del monumento. Al lati due svastiche che intellettualmente parlando poco hanno a che fare anche con il messaggio.
Per questo motivo gli inquirenti, sul posto per le indagini e i rilievi, pensano a una bravata commessa dai singoli e non organizzata da qualche movimento politico e/o studentesco.