Un emendamento della Lega al Senato propone la sanatoria sulle entrate comunali non riscosse dal 2000 al 2017. Proposta di tassare i trasferimenti extra-Ue di denaro. E per chi viaggia senza Rc Auto…
ROMA – A Palazzo Madama sono stati depositati 578 emendamenti alla Manovra del Governo. Tra le modifiche avanzate dal Senato, ecco le più significative.
Estendere la sanatoria fiscale
“Con riferimento alle entrate, anche tributarie, dei comuni, non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale, notificati, negli anni dal 2000 al 2017, dagli enti stessi e dai concessionari della riscossione, i medesimi enti locali possono stabilire, entro il termine fissato per la deliberazione del bilancio annuale di previsione, l’esclusione delle sanzioni“. E’ quanto si legge in un emendamento presentato dalla Lega.
Non compare invece tra gli emendamenti parlamentari la pace fiscale sulle cartelle per chi si è trovato in difficoltà: la proposta deve essere ancora affinata (aliquote?) e calcolata in termini di costi e potrebbe arrivare come emendamento del governo o del relatore. Il 14 ottobre il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, ha esplicitato lo schema che ha in mente il partito di Matteo Salvini chiarendo che la sanatoria fiscale potrebbe comportare tre scaglioni di pagamento al 6%, al 10% e al 25% a seconda della posizione patrimoniale e reddituale del contribuente che ne fa richiesta.
Stangata a chi circola senza assicurazione
Il senatore leghista, Enrico Montani, ha presentato un emendamento che prevede il raddoppio della multa (compresa tra 848 e 3.393 euro) prevista per gli automobilisti sorpresi più di una volta a viaggiare senza la copertura Rc Auto. Nei casi di reiterazione viene proposta anche “la sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo del veicolo per quarantacinque giorni” e “la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente per sessanta giorni”.
Tassa sui soldi trasferiti all’Estero
Un altro emendamento a firma leghista riguarda l’introduzione di una tassa. L’imposta colpirebbe i trasferimenti in denaro in Paesi extra Ue (money transfer) sopra i 10 euro: l’aliquota all’1,5% andrebbe a rimpinguare il Fondo infrastrutture del Mef.