Il segretario del Partito Democratico accetta la sconfitta elettorale del suo partito e della sua coalizione, annunciando che non si ricandiderà alla segreteria del partito.
Un risultato storico in negativo è quello che ha subito il Partito Democratico dalla tornata elettorale. Il 19% non era minimamente pronosticato neanche nella peggiore delle ipotesi nell’ambiente del partito guida della coalizione di centrosinistra. Il segretario Enrico Letta in conferenza stampa ammette la netta sconfitta, assumendosi in prima persona tutte le colpe di questo deludente risultato del suo partito, tanto che l’attuale segretario ha annunciato che al prossimo congresso non si presenterà per correre alla segreteria del partito.
Le parole di Letta
“Il risultato e’ insoddisfacente, ma il pd è il secondo partito del Paese, il secondo gruppo parlamentare. Faremo una opposizione dura e intransigente. Siamo capaci di fare opposizione, l’abbiamo fatta in passato e un limite profondo è stato il fatto che negli ultimi dieci anni siamo sempre stati, in un modo o nell’altro sempre al governo. Nei prossimi giorni riuniremo gli organi del partito per accelerare il percorso che dovrà portarci al congresso. Congresso a cui non mi ripresenterò candidato. Sono tornato a marzo dello scorso anno con l’obiettivo di tenere unito il Pd dalla prospettiva di disgregazione. L’altro obiettivo era preparare una legislatura democratica e progressista. Il primo obiettivo è raggiunto, il Pd è in campo, si rivela una comunità viva e forte su tutti i territori e lavorerà per costruire in prospettiva quello che non è stato possibile fare questa volta”. Ma se il primo obiettivo è raggiunto, evidentemente non ho raggiunto il secondo obiettivo, perché questa legislatura sarà la legislatura più a destra della storia d’Italia. Un rammarico profondo ma uno stimolo a continuare a lottare. Assicurerò la guida del partito fino al congresso. Per fare opposizione efficace è molto importante riprendere le fila di relazioni che consentano di fare opposizione efficace. Nell’interesse del Paese credo ci sia bisogno di una opposizione molto efficace, che faccia l’interesse degli italiani. Penso che occorra arrivare in tempi rapidi, ma in osservanza dello statuto, a un congresso molto profondo. Se siamo passati da Mario Draghi a Giorgia Meloni a Palazzo Chigi è frutto della scelta di Giuseppe Conte di far cadere il governo, tutto nasce da lì”.