Le dichiarazioni del testimone chiave dell’omicidio di Willy: “Saltavano sul suo corpo steso e inerme”.
ROMA – Le dichiarazioni del testimone chiave dell’omicidio di Willy Monteiro sono state decisive per la conferma dell’arresto dei quattro ragazzi ritenuti responsabili della morte del 21enne di Paliano.
“I Bianchi e Pincarelli – si legge nell’ordinanza citata dal Corriere della Sera – hanno minimizzato il fatto assegnando la responsabilità a terzi e per questo devono restare in carcere“.
La testimonianza chiave
Le dichiarazioni che hanno portato il giudice a confermare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata quella di Emanuele Cenciarelli, considerato testimone chiave in questa inchiesta.
“I due ragazzi con i quali Federico, l’amico di Willy, stava inizialmente discutendo ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco e aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonché diversi tatuaggi su entrambe le bracia e le mani […]. Al momento dell’aggressione ricordo che, oltre ai predetti ragazzi da me descritti, si sono uniti altri tre ragazzi di cui sono in grado di descrivere soltanto due. L’uno indossava una polo di colore verde con capelli molto corti e l’altro con un vistoso tatuaggio sul collo. Per quanto io ricordo tutti i ragazzi che sferravano calci e pugni contro me e Willy. Ho un vivido ricordo di un paio di loro che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso in terra e già inerme“.
Le testimonianze e la drammatica ricostruzione della morte di Willy
Nelle carte a disposizione de il Corriere della Sera si leggono anche le parole di Federico Zurma, prezioso nel ricostruire nel corso della serata di sabato.
“Verso le 23,30 di sabato, insieme ad alcuni amici e amiche siamo recati presso il locale Due di picche. Ci siamo intrattenuti fino all’1,30 quando decidevamo di andare via. Giunti alle scale le mie amiche mi riferivano di essere state apostrofate in modo volgare da alcuni ragazzi lì sul posto. Io il mio amico Alessandro Rosati ci siamo fatti indicare chi fossero i ragazzi che le avevano importunate e siamo andati da loro a chiedere conto. Il mio amico Alessandro li riconosceva per dei ragazzi di Artena. Ci scambiavamo qualche battuta dopodiché uno di loro mi veniva incontro dicendomi perché lo stessi fissando. Avevamo un diverbio quando all’improvviso questo ragazzo mi colpiva con un pugno al volto facendomi rovinare sulle scale”.
Poi si arriva al secondo parapiglia, quello nel quale avrebbe drammaticamente perso la vita Willy.
“Finita la lite tra me e il ragazzo notavo che a distanza di pochi metri da noi si era creato un altro parapiglia tra altri ragazzi che stavano litigando esattamente sulla strada vicino l’edicola. Qualcuno mi urlava che il mio amico Willy coinvolto nel parapiglia si trovava steso a terra, facendomi spazio tra la gente in effetti notavo Willy a terra sul marciapiede preso da spasmi tipo convulsioni. Attorno a lui c’era una moltitudine di persone e ricordo che qualcuno ha provato a soccorrerlo e rianimarlo. Venivano chiamati i soccorsi e io e Alessandro andavamo via anche perché lui aveva riconosciuto gli aggressori di Willy e mi suggeriva di allontanarmi il prima possibile per non incorrere in ulteriori violenze. Ricordo che il ragazzo che mi ha sferrato il pugno aveva l’avambraccio sinistro ingessato e i capelli corti e scuri”
I Bianchi: “Nessun colpo a Willy”
Da parte dei fermati c’è stata la volontà di respingere le accuse in occasione dell’interrogatorio davanti al Gip. “Marco Bianchi – si legge nell’ordinanza – riferiva che allontanandosi dal pub in compagnia del fratello, di un amico e di tre ragazze delle quali non sapeva riferiva il nome, mentre stavano consumando un rapporto sessuale vicino al cimitero, ricevevano una telefonata da parte un amico che gli chiedeva di intervenire in loro soccorso a Colleferro. Ho spinto Willy perché stava discutendo in gruppo, poi mi sono allontanato. Non ho dato nessun colpo“. E il fratello Gabriele ha aggiunto: “Ho solo spinto l’amico di Willy, poi sono arrivati Pincarelli e Belleggia. Loro c’erano quando Willy è caduto in ginocchio“.
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