Testimonianza choc sul caso della morte di Desirée: gli aguzzini potrebbero non essersi fermati neanche di fronte alla morte delle giovane.
Non si fermano i lavori degli inquirenti, chiamati a fare luce sulla morte di Desirée, la sedicenne di Cisterna di Latina morta a Roma in un capannone occupato nel quartiere di San Lorenzo. Gli investigatori continuano a raccogliere le testimonianze delle persone che potrebbero aver visto o sentito qualcosa. E l’impressione è che più si vada a fondo più si ricostruiscano i contorni di una vicenda raccapricciante. Intanto la Polizia ha fermato un altro sospettato, uno spacciatore romano di 36 anni.
Caso Desirée, nuove testimonianze
Stando a quanto riportato da il Giornale e dalle maggiori testate giornalistiche italiane, gli aguzzini di Desirée potrebbero aver infierito sulla ragazza anche quando questa era già morta. L’ipotesi sarebbe stata suggerita da una testimone considerata attendibile. Fosse confermata la ricostruzione, la vicenda evidenzierebbe non solo una situazione di disagio ma anche una crudeltà gratuita, una mancanza di umanità difficile da spiegare e sicuramente impossibile da giustificare.
La testimonianza: in quello stabile spacciano personaggi molto cattivi
“In quello stabile spacciano eroina e cocaina tre africani. Personaggi molto cattivi e pericolosi poiché il loro stato di tossicodipendenza può influire sull’atteggiamento che hanno sulle persone. Ibrahim più volte mi ha chiesto di avere rapporti sessuali con lui dietro cessione di stupefacenti. Ma io non ho mai accettato”, ha raccontato la testimone come riportato da Libero.
Poi la testimone ha rivelata di aver avuto contatti con il tunisino ricercato dagli inquirenti: “Koffy mi ha raccontato che, nella giornata in cui è morta, Desirée avrebbe avuto rapporti sessuali prima con Yusif, poi con Sisko e in ultimo con Ibrahim. Non escludo che questi possano aver avuto rapporti sessuali con la minorenne anche post mortem