Anche i leader dei Paesi più importanti del mondo rispettano la tradizione: ma perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi di Roma?
Le immagini dei leader del G20 che nel corso della passeggiata nel centro storico di Roma hanno lanciato una moneta nella Fontana di Trevi hanno fatto il giro del mondo e hanno riportato alla ribalta una domanda vecchia quanto la fontana o quasi. Perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi?
Perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi a Roma?
Il lancio della monetina è una tradizione ormai consolidata: chi visita Roma deve fare tappa alla Fontana di Trevi e deve lanciare una monetina nella vasca della splendida opera, un monumento a cielo aperto che tutti possono ammirare. Gratis, o al costo di una moneta. E arriviamo così al particolare rito associato alla fontana.
Il rito prevede che la persona si giri di spalle poi lanci una monetina nella vasca della fontana. Pochi sanno che una volta lanciata la monetina ci si dovrebbe girare per provare a vedere la moneta cadere nell’acqua e quindi individuarla nella splendida vasca.
Ma perché si fa questa cosa? Le origi del rito sono incerte, e questo in qualche modo contribuisce alla magia della pratica che appassiona grandi e piccini. La leggenda narra che si debba lanciare la moneta nella Fontana di Trevi per essere certi di tornare a Roma. Una sorta di garanzia. Una moneta in cambio della certezza di fare ritorno a Roma nel corso della propria vita.
Sembra che il rito affondi le sue radici addirittura nell’Antica Roma, precisamente nel 19 dopo Cristo. Sembra che i soldati dell’esercito di Agrippa, tornati nella Citta Eterna, furono indirizzati da una ragazza ad una fonte, la Fonte di Salone, che sorge a venti chilometri dal luogo dove sarebbe poi stata edificata la Fontana di Trevi. Qui i militari, tornati a Roma dopo le fatiche della battaglia, trovarono riposo e ristoro.
Storicamente, gettare qualcosa di valore in pozzi o corsi d’acqua era un’usanza già in voga tra le popolazioni celtiche e germaniche. Alcune popolazioni, credendo che i corsi d’acqua fossero abitati da divinità, gettavano le armi dei nemici in acqua come tributo o offerta proprio per le divinità che si credeva dimorassero in acqua. Da qui la credenza radicatasi nel corso dei secoli secondo cui gettare qualcosa di prezioso in specchi d’acqua fosse un gesto propiziatorio.
Wolfgang Helbig e l’amore per Roma
Impossibile non menzionare a questo punto l’archeologo Wolfgang Helbig (1839-1915). La storia racconta che l’uomo, innamorato di Roma, fosse profondamente rattristato dall’idea di dover lasciare la Città Eterna. Decise così di salutare Roma inventandosi un rito. E cosa fece? Gettò una moneta nella Fontana di Trevi.