Morte Serena Mollicone, il processo. L'analisi dell'esperta
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Morte Serena Mollicone, il processo. Il delitto potrebbe essere avvenuto nella caserma dei carabinieri

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Il processo sulla morte di Serena Mollicone, l’esperta: il delitto potrebbe essere avvenuto nella caserma dei carabinieri.

Prosegue il processo per la morte di Serena Mollicone e nella giornata del 21 gennaio va in scena un’udienza-chiave, quella nella quale ad essere ascoltata è la dottoressa Cristina Cattaneo, anatomopatologa che si è occupata del referto che ha portato la Procura ad ottenere il rinvio a giudizio per gli imputati.

Morte Serena Mollicone, il processo. La perizia: il delitto potrebbe essere stato commesso nella caserma dei carabinieri

Compatibilità ottimale tra il cranio di Serena Mollicone e la porta della caserma dei carabinieri di Arce contro cui sarebbe stata fatta sbattere“: sono queste le parole della Dottoressa Cattaneo, secondo cui l’omicidio di Serena Mollicone potrebbe essere avvenuto nella caserma dei Carabinieri. La ricostruzione conferma quindi quanto emerso in seguito agli accertamenti effettuati dagli uomini del Ris nella caserma.

Le analisi effettuate sul cadavere della ragazza mostrano ferite che la giovane si sarebbe procurata quando era ancora in vita. Si tratterebbe quindi dei segni di una colluttazione. La ragazza sarebbe stata imbavagliata quando era ancora in vita e l’orario del decesso coinciderebbe con l’orario in cui la ragazza si trovava nella caserma dei carabinieri di Arce.

Le prove del RIS

Il Ris dei carabinieri di Roma hanno illustrato in aula le prove rintracciate sul nastro adesivo. In base a quanto emerso, sul nastro sono state rintracciate parti di vernice compatibili con la porta presente nella caserma dei Carabinieri. Le prove di fatto portano il nastro su quella che sarebbe la scena del crimine, ossia la caserma dei Carabinieri dove, come emerso dalla perizia, sarebbe avvenuto il delitto.

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La tesi dell’accusa

Secondo l’accusa, Serena Mollicone sarebbe stata aggredita dal maresciallo Franco Mottola, da suo figlio e da sua moglie, che devono rispondere dell’accusa di omicidio volontario. Sul banco degli imputati anche un altro carabiniere. Dopo l’aggressione, la ragazza, che aveva perso i sensi, è stata portata in un bosco. Aveva le mani e i piedi legati e un sacchetto di plastica sulla testa.

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ultimo aggiornamento: 28 Gennaio 2022 16:56

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