Qual è il limite da rispettare sul conto corrente per l’accumulo di soldi: tutto quello che c’è da sapere per non incorrere in problemi.
Accumulare risparmi è sempre una cosa giusta, in modo da avere liquidità necessaria per fronteggiare eventuali emergenze, anche se – c’è da dire – non basta lasciarli fermi sul conto corrente per dormire sonni tranquilli. Avere una somma superiore ai 5.000 euro sul conto, come ad esempio 6.000 euro provenienti da stipendi, regali o rimborsi, comporta conseguenze che spesso sono sottovalutate. La vera domanda da porsi è se tenere questa cifra in banca rappresenti davvero la scelta più vantaggiosa. Scopriamo, dunque, insieme cosa c’è da sapere al riguardo.
Conto corrente, quanti soldi possono avere?
Una delle prime cose da considerare riguarda l’imposta di bollo, applicata automaticamente quando il saldo medio annuo supera i 5.000 euro. Per i conti personali, l’onere è di 34,20 euro all’anno; per quelli aziendali, la cifra sale a 100 euro.
Anche se si tratta di importi relativamente contenuti, a lungo termine possono incidere, soprattutto se considerati insieme ad altri fattori.

Tra questi, c’è sicuramente l’inflazione: una forza silenziosa ma costante che riduce progressivamente il potere d’acquisto del denaro. Tenere 6.000 euro fermi su un conto che non produce interessi significa, in pratica, vederne diminuire il valore nel tempo. A ciò si aggiunge il fatto che molte banche non offrono rendimenti importanti sui depositi ordinari.
Altre opzioni da valutare
Per tutelare i propri risparmi, diventa – quindi – molto importante tenere in considerazione anche altre opzioni, che possano offrire rendimenti più interessanti in grado di proteggere il capitale dall’azione dell’inflazione.
Vi sono, ad esempio, strumenti come i conti deposito che – di solito – hanno tassi d’interesse spesso più competitivi. Da considerare, inoltre, anche i buoni fruttiferi postali, le obbligazioni e i fondi comuni di investimento.
Pertanto, sul conto corrente, bisognerebbe lasciare solo l’importo utile a coprire le spese quotidiane o le emergenze, destinando il resto a soluzioni più redditizie.