Il 20 giugno 2010, dopo una lunga malattia, Roberto Rosato si spegneva nella sua Chieri. Grande difensore del Milan e della Nazionale.
Il 20 giugno di nove anni fa, il 2010, Roberto Rosato se ne andava per sempre al termine di una lunga battaglia contro il cancro. La figlia Carlotta ha detto dopo la scomparsa del padre: “I medici non si sarebbero aspettati tanta resistenza. Papà è sempre stato un grande combattente e prima di essere un grande calciatore è stato un uomo grandissimo“.
L’inizio di carriera
Roberto Rosato cresce calcisticamente nel Torino, dove debutta nel 1960. Con i granata, sotto la gestione di Nereo Rocco, arriva anche in Nazionale.
Al Milan con Nereo Rocco
Il Paròn lo stima tantissimo e così nel 1966 gli consiglia di accettare la corte del Milan. Un anno dopo i due si ricongiungono in rossonero. Roberto Rosato diventa subito uno dei cardini di una difesa fortissima. In sette anni, Faccia d’angelo vince praticamente tutto: scudetto, Coppa Italia, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa Intercontinentale.
Roberto Rosato, “gemello di Rivera”
Rosato era nato il 18 agosto 1943, stesso giorno di Gianni Rivera. Per questo motivo fu soprannominato “gemello di Rivera”. Lasciò il Milan dopo la “Fatal Verona” in direzione Genoa.
Colonna della Nazionale
Al pari del Milan, Roberto Rosato è stato fenomenale anche con la maglia dell’Italia. Dal 1965 al 1973, il difensore centrale ha indossato per 37 volte la casacca azzurra. Grandi le soddisfazioni durante la gestione Valcareggi: nel 1968 è tra i titolari della formazione che vince il primo e unico Europeo della storia azzurra; nel 1970 è ancora colonna difensiva della squadra che regala il famoso 4 a 3 di Italia-Germania (salvataggio sulla linea su tiro di Gerd Muller!) e che poi si arrenderà in finale solo al Brasile di Pelé.