Berlino: “L’unità UE si sta sgretolando”

Berlino: “L’unità UE si sta sgretolando”

Il ministro dell’Economia tedesco pessimista sulla questione dell’embargo del petrolio russo.

Alla vigilia del consiglio Ue straordinario che si terrà a Bruxelles oggi e domani 30 e 31 maggio, il ministro dell’Economia tedesco non è per nulla ottimista. “Dopo l’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina abbiamo visto cosa può accadere quando l’Europa è unita. Speriamo che l’unità venga mostrata al vertice di domani. Ma ha già iniziato a sgretolarsi” ha dichiarato alla stampa Robert Habeck.

L’embargo del petrolio russo è ancora in stallo così come il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. In questo summit straordinario i paesi Ue valuteranno di nuovo la proposta dell’Italia di inserire un tetto al prezzo del gas russo su cui molti paesi non erano convinti.

Per quanto riguarda il petrolio, vige ancora il veto del presidente ungherese Viktor Orbàn che non intende rinunciare al greggio russo da cui dipende. Ma Orbàn sembra non essere da solo in questa opposizione ma giocherebbe solo la parte del cattivo. In verità, sono molti i paesi che si stanno, più celatamente, opponendo a questa soluzione. La stessa Germania teme per le sorti della parte orientale del paese e la porta ad ostacolare l’embargo. Anche in Italia emergono alcune resistenze a causa della raffineria di Siracusa controllata dalla russa Lukoil che teme di dover chiudere.

bandiera europea

I 27 dell’Ue non riescono a trovare un accordo

Il quadro di mancati accordi e intese che dura da più di un mese su questo nuovo provvedimento contro la Russia è chiaro. Ed è quanto emerge anche dalle parole del ministro tedesco Habeck che intravede segni di cedimenti di quella tanto acclamata unità dell’Unione europea che si è vista all’inizio del conflitto. Per molti analisti, è altamente improbabile che questa due giorni porta ad un accordo e si teme sia una nuova fumata bianca.

I leader dei 27 paesi non riescono a trovare un accordo d’intesa sulla questione del petrolio e non solo. C’è anche la questione del RePowerEu che non piace a tutti i paesi. Insomma, dopo un po’ di pressioni e il perpetuare della guerra, sembra che l’Ue non stia funzionando. Trovare un accordo tra 27 paesi così diversi su questioni così delicate non è certo facile. Forse è arrivato il momento di cambiare le regole, come suggeriva Draghi.

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