Il 24 dicembre 1971, al 23° scrutinio, Giovanni Leone viene eletto presidente della Repubblica, succedendo a Saragat.
Nel 1971 scade il mandato presidenziale di Giuseppe Saragat. I partiti si organizzano per la scelta dei candidati al Quirinale.
Fanfani non sfonda
Il candidato della Democrazia Cristiana è ufficialmente Amintore Fanfani, presidente del Senato. Tuttavia, il politico toscano non riusce a sfondare, vittima dei “franchi tiratori” del suo stesso partito. Tant’è che il candidato delle Sinistre, il socialista De Martino, prenderà più voti del democristiano.
Stallo in Parlamento
La situazione di stallo si protrae per svariati scrutini. Fanfani viene riproposto ma subisce un’altra debacle.
La decisione della Dc
Il Natale era ormai alle porte e urgeva trovare una situazione. All’interno della Democrazia Cristiana c’erano due correnti di pensiero: proporre un candidato centrista e moderato o uno che aprisse a Sinistra, in linea con la maggioranza si centro-sinistra che sosteneva il Governo Colombo.
L’assemblea dei grandi elettori scelse Giovanni Leone rispetto a Aldo Moro. Il nome del politico napoletano ebbe il sostegno di Psdi, Pri e Pli.
Elezione a presidente della Repubblica
Al 22° scrutinio Leone non raggiunse tuttavia il quorum per un solo voto, vittima anch’egli dei “franchi tiratori”, mentre Pietro Nenni, candidato di Psi e Pci ottiene 408 suffragi. Poi, il 24 dicembre 1971, con 518 voti su 1008, Giovanni Leone è eletto presidente della Repubblica. Determinanti i voti dei parlamentari del Movimento Sociale.