Un’inchiesta rivela che l’80% dei funzionari fedeli a Putin non si è arruolato realmente. Privilegi, vacanze e promesse non mantenute.
Un’inchiesta condotta da Novaya Gazeta Europe ha portato alla luce un fenomeno emblematico all’interno del regime russo di Putin: l’80% dei deputati e funzionari statali, nonostante le dichiarazioni pubbliche, non si è arruolato per combattere nella guerra in Ucraina. Molti di questi uomini, considerati fedelissimi del Cremlino, hanno optato per soluzioni alternative: alcuni hanno simulato un breve arruolamento per ottenere condizioni di favore, mentre altri hanno preferito trascorrere le vacanze sulle spiagge della Turchia e di Dubai.
Vacanze e privilegi: il doppio standard della fedeltà
Dal 2022, 108 tra funzionari e deputati avevano promesso di arruolarsi per contribuire al conflitto. Tuttavia, solo una minoranza ha effettivamente firmato un contratto militare a tutti gli effetti. La maggior parte ha svolto un servizio limitato nel tempo o in unità speciali con rischi minimi, evitando di trovarsi in situazioni di reale pericolo.
Secondo Novaya Gazeta, tra coloro che si sono arruolati, molti hanno potuto beneficiare di trattamenti preferenziali: missioni vicine a casa, contratti di breve durata e la possibilità di interrompere il servizio in qualsiasi momento. Questo approccio contrasta nettamente con le condizioni dei soldati comuni, costretti a rimanere al fronte fino alla conclusione del conflitto.
Un esempio emblematico è il caso di Alexander Lorenz, vice governatore della regione di Belgorod, che aveva annunciato di lasciare il suo incarico per combattere. In realtà, Lorenz non si è mai allontanato dalla regione, evitando di esporsi ai rischi della prima linea. Meduza, altra testata indipendente, sottolinea che molti funzionari hanno preferito aderire a formazioni volontarie, che permettono loro di eludere gli obblighi e ottenere maggiore libertà rispetto ai soldati regolari.
La disparità tra fedelissimi e cittadini comuni
Questo fenomeno mette in evidenza una profonda disparità: mentre la retorica ufficiale esalta il patriottismo e il sacrificio, i fedelissimi del regime evitano di condividere i rischi con il resto della popolazione. L’inchiesta rappresenta un ulteriore colpo alla narrativa governativa, evidenziando come gli uomini vicini al potere scelgano di privilegiare i propri interessi personali, lasciando i sacrifici maggiori al resto del Paese.