L’iniziativa lanciata da Repubblica per una piazza europeista divide, Conte prende le distanze, mentre Pd, Italia Viva e Azione aderiscono.
Negli ultimi anni, il dibattito sull’Europa ha subito un’evoluzione significativa, ma Giuseppe Conte ha preso una decisione fondamentale. Da un lato, l’Unione Europea è stata spesso percepita come distante e burocratica; dall’altro, le sfide globali, dalla crisi energetica alle guerre ai confini, hanno reso sempre più evidente la necessità di un’Europa forte e coesa. Tuttavia, la questione rimane aperta: come si può manifestare questo spirito europeista in modo concreto e condiviso?
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Un’iniziativa per l’unità europea?
In questo contesto, il quotidiano Repubblica ha lanciato un’idea tanto ambiziosa quanto controversa: una piazza “blu” per l’Europa, un luogo di incontro senza bandiere di partito, dove cittadini e politici possano esprimere il loro sostegno all’Unione Europea. La proposta, avanzata dal giornalista Michele Serra, è chiara: una piazza monocromatica, simbolo di unità e resistenza contro gli attacchi all’Europa.
Serra ha spiegato l’iniziativa con parole inequivocabili: «Qualcosa che dica, con la sintesi a volte implacabile degli slogan: “qui o si fa l’Europa o si muore”».
A raccogliere subito l’appello è stato Ivan Scalfarotto, che ha proposto una data e un luogo precisi: Milano, 15 marzo. Da lì, le adesioni si sono moltiplicate: Italia Viva, Azione, Più Europa e numerosi esponenti del Partito Democratico hanno espresso il loro sostegno. Anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno aderito, pur sottolineando la loro contrarietà al riarmo europeo e la necessità di maggiori investimenti nella spesa sociale.
L’assenza di Conte e le divisioni politiche
Ma se l’iniziativa ha raccolto consensi nel centro e nella sinistra moderata, non tutti sono d’accordo. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha preso le distanze, affermando: «Non ci confondiamo con le piazze». Il suo rifiuto non è casuale: la sua visione della politica estera è profondamente diversa da quella degli altri partiti di opposizione.
A sostegno della piazza, invece, si sono schierati Matteo Renzi e Carlo Calenda, con dichiarazioni nette: «Noi ci siamo: l’Europa unita e forte è una necessità», ha detto Renzi, mentre Calenda ha aggiunto: «Aderiamo con convinzione all’appello per una piazza che celebri il significato profondo dell’essere europei».
Riccardo Magi di Più Europa ha persino avanzato una proposta alternativa: «Una grande piazza il 25 di marzo, giorno in cui si celebra la firma del Trattato di Roma».
L’iniziativa di Repubblica, quindi, anziché unire, sembra aver evidenziato le spaccature interne alla politica italiana. Da una parte, chi sostiene un’Europa più forte e coesa; dall’altra, chi ritiene che manifestazioni di questo tipo siano solo simboliche e non risolvano i problemi concreti.
Il problema, però, va oltre una semplice manifestazione. Come ha dichiarato Ursula von der Leyen, «una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza». E mentre l’Europa si interroga sul suo futuro, resta da vedere se la piazza “blu” riuscirà davvero a rappresentare un momento di svolta per il sentimento europeista in Italia, o se si rivelerà solo un’altra occasione per confermare le divisioni esistenti. Il tutto come riportato da iltempo.it