Nuovo rinvio per il processo di diffamazione a Roberto Saviano: lo scrittore attacca il vicepremier Matteo Salvini, ecco cosa ha detto.
Il processo per diffamazione a carico di Roberto Saviano è stato nuovamente rinviato: al centro della vicenda vi sono alcuni post del 2018 contro Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno. Il giornalista, come riportato da Adnkronos.com, ha espresso indignazione per l’ennesimo slittamento. Intanto, il vicepremier continua a ignorare anche le richieste avanzate da Giorgia Meloni e Antonio Tajani.

Saviano e il processo per diffamazione: l’assenza di Salvini
Parlando in aula, Roberto Saviano ha ripercorso la storia della vicenda. Il giornalista ha voluto ricordare che la querela di Matteo Salvini risale ad alcuni post pubblicati nell’estate del 2018. Poco prima – a suo dire – che il leader della Lega chiedesse i “pieni poteri“. Secondo lo scrittore, in quel periodo l’attuale vicepremier manifestò anche l’intenzione di revocargli la scorta. Un aspetto che, secondo il giornalista, avrebbe dovuto chiarire in aula. “Anche di questo che dovrebbe venire a chiarire in quest’aula Matteo Salvini“, ha dichiarato davanti al giudice.
Lo scrittore ha poi criticato le ripetute assenze del ministro, definendole giustificate con “motivazioni spesso risibili“. Con l’assenza odierna – ha aggiunto – si è verificato un “salto di qualità“, poiché l’impedimento ha coinvolto persino uno dei testimoni indicato dalla difesa di Salvini. “Il messaggio è chiaro: questo processo non si deve fare”, ha dichiarato.
Le nuove accuse contro Matteo Salvini
Prima di lasciare il tribunale, Roberto Saviano ha espresso parole durissime contro il leader della Lega: “Il mio disprezzo verso Salvini è immenso, considero Salvini un traditore della democrazia, un uomo che sta portando il Paese a una deriva pericolosissima“.
L’udienza è stata quindi aggiornata al 25 giugno, ma resta l’incognita sulla presenza di Matteo Salvini e sulla possibilità che il processo possa finalmente entrare nel merito.