Il ministro degli Esteri del Pakistan ha dichiarato: “Asia Bibi è ora libera cittadina. Sceglierà lei se rimanere qui o andare all’Estero”.
ISLAMABAD – Asia Bibi, la donna pakistana condannata a morte per blasfemia nei confronti dell’islam, è tornata in libertà dopo che la Corte Suprema del Pakistan ha accolto il ricorso presentato contro la decisione del tribunale, confermata nel 2014 dall’Alta corte di Lahore, si condannarla alla pena capitale.
Le parole del ministro
Il ministro degli Esteri del Pakistan, Shah Mahmood Qureshi, ha dichiarato in una intervista alla Bbc: “Asia Bibi è ora libera cittadina e sarà lei a scegliere se vivere in Pakistan o se andare in un’altra parte del mondo“. Il responsabile della politica estera di Islamabad, in visita in Gran Bretagna, ha garantito: “Non mi risulta che sia sotto custodia. E’ stata protetta ed è una cittadina del Pakistan e abbiamo il dovere di proteggere qualsiasi cittadino che sia in pericolo“.
Proteste e protezione
Sulle proteste suscitate dall’assoluzione di Asia Bibi, organizzate dal partito islamista Tlp, Qureshi ha detto che “diverse persone che non hanno rispettato la legge sono finite in cella“. Infine, il ministro ha concluso: “L’abbiamo protetta perché non vogliamo che le sia fatto del male. Può scegliere se andarsene. Lo deciderà lei“.
Il caso
La vicenda risale al 14 giugno 2009. Asia Bibi è una lavoratrice agricola a giornata, impegnata nella raccolta di alcune bacche. Quel giorno, scoppia un diverbio con le lavoratrici vicine, di religione musulmana: le era stato chiesto di andare a prendere dell’acqua ma un gruppo di donne l’avrebbe respinta sostenendo che Asia, in quanto cristiana, non avrebbe dovuto toccare il recipiente. Il 19 giugno, le donne denunciano Asia Bibi alle autorità sostenendo che, durante la discussione, avrebbe offeso Maometto.