Chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, le famiglie con i minori e le persone integrate nella società saranno ospitate dalla comunità locale. Nasce un nuovo modello Riace che potrebbe segnare la via per aggirare il decreto Sicurezza di Salvini.
Ha fatto scalpore la chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, il centro di accoglienza per richiedenti asilo.
Se molti, insieme con Matteo Salvini, hanno esultato per la chiusura del centro e la redistribuzione delle persone in centri più trasparenti anche dal punto di vista della gestione delle finanze, altri hanno criticato la decisione di chiudere il Centro, decisione in realtà largamente annunciata da Matteo Salvini che ha anche rivelato quali saranno i prossimi Cara che saranno colpiti dal provvedimento.
Castelnuovo di Porto, le famiglie del luogo chiedono di poter accogliere i migranti del Cara
Tra le persone che si sono opposte agli effetti del decreto Sicurezza ci sono soprattutto gli abitanti di Castelnuovo di Porto, che nel corso degli anni hanno imparato a convivere con le persone ospitate dal centro. Non solo. Alle porte di Roma si è creato un sistema che ha portato a un’integrazione totale.
Tanti richiedenti asilo hanno infatti trovato un lavoro o un loro posto attivo all’interno della società.
Da qui la decisione delle famiglie del posto di accogliere i bambini in età scolare insieme con i loro genitori.
La proposta al vaglio delle autorità
La proposta è stata presentata dal sindaco di Castelnuovo di Porto nella riunione in Prefettura e ha ottenuto l’approvazione (non definitiva). L’accordo verbale consentirebbe alle famiglie del posto di accogliere i migranti ospitato dal Cara locale
Si tratta di una strategia che, se approvata dal punto di vista legale, potrebbe rappresentare un sistema per aggirare il tanto discusso decreto Sicurezza di Matteo Salvini.
Un nuovo modello Riace alle porte di Roma: la sfida a Matteo Salvini
L’dea che sta nascendo alle porte di Roma è quella di arrivare a un’accoglienza regolare e ovviamente certificata dalla Prefettura che dovrebbe analizzare caso per caso.
Ad essere accolte sarebbero le famiglie con minori in età scolare che potranno così concludere l’anno accademico. Potrebbero usufruire dell’accoglienza anche un numero ristretto di persone che si sarebbero ormai integrate nella società trovando un lavoro.
