L’Europa scopre il terrorismo ibrido, una minaccia quasi impossibile da debellare. Quando l’attentatore nasce in Europa.
L’attacco al mercatino di Natale dell’11 dicembre ha portato l’Europa a fare i conti con una nuova minaccia. Si tratta del terrorismo ibrido, un gesto che si pone sul sottilissimo limite tra fondamentalismo religioso e azione di un criminale che decide di scatenare il panico e il terrore per i motivi più disparati.
Che cos’è il terrorismo ibrido: criminali al servizio dell’ideologia
La criminalità sfocia nel terrorismo e l’autore dell’attacco, come nel caso di Cherif, nasce e cresce nelle città europee e non viene dall’estero a bordo di camion o imbarcazioni di fortuna. Nascono così i criminali che incontrano e abbracciano il fondamentalismo, si radicalizzano in poco tempo e diventano manovalanza a costo zero per le cellule e le organizzazioni terroristiche. I criminali del terrore agiscono da soli e poi spariscono nel nulla sfruttando i contatti delle cellule terroristiche organizzate.
Si tratta di criminali comuni, condannati e arrestati per reati comuni che con il terrorismo non hanno nulla a che vedere. Poi diventano mercenari del terrore, entrano in contatto con le cellule sul territorio o con i lupi solitarie e decidono di mettere la propria esperienza al servizio di una ideologia. Una sorta di redenzione armata per persone che trovano una legittimazione, che intravedono una salvezza da raggiungere con il sangue. Quello degli altri.
La dura lotta (mai vinta) contro il terrorismo
Dopo l’attentato a Strasburgo l’Europa scopre di non aver sconfitto il terrorismo. Le operazioni e le guerre hanno smantellato le gerarchie tradizionali ma non sono riusciti a debellare il seme della discordia che germoglia sulla rete o sulle più note applicazioni di messaggistica.
Se il terrorismo tradizionale è difficile se non impossibile da debellare, il terrorismo ibrido costringe le autorità a cambiare il proprio paradigma. Controllare tutti diventa impossibile, cacciare dalla Francia un cittadino francese è impensabile, come nel caso di Cherif, e così l’unica via è quella dei controlli e della prevenzione, della sorveglianza e della sicurezza nelle zone potenzialmente a rischio. Proprio come i mercatini di Natale, da anni nel mirino degli attentatori e dei folli.
Fonte foto: https://www.facebook.com/PoliceNationale