Facebook ha denunciato quattro aziende cinesi, ree di aver venduto profili falsi, follower e like per essere utilizzati in campagne di informazione.
ROMA – Dopo Instagram anche Facebook decide di dare un taglio ai profili falsi. L’azienda ha annunciato di aver denunciato quattro aziende cinesi che vendevano profili falsi, follower e like che venivano utilizzati in campagne di disinformazione. La vicenda risale ormai a giovedì 28 febbraio 2019 ma le carte sono state depositate solo oggi (5 marzo) al tribunale di San Francisco, che sarà chiamato a giudicare questo episodio.
Il social network – come riportato da Sky TG24 – ha chiesto un risarcimento danni pari a 100 mila dollari. Le aziende cinesi – secondo Facebook – avrebbero violato il marchio e i termini di servizio. Inoltre è stato comunicato che anche altre aziende sono finite in questa rete. Non è escluso che nelle prossime settimane vengano fatte altre denunce simili contro queste società asiatiche che vendono i profili falsi per fare campagne di disinformazione.
Facebook nel mirino del Regno Unito: “Gangster digitale”
Mentre è in corso la battaglia contro le aziende cinesi, Facebook viene accusato dal Regno Unito di essere un “gangster digitale“. In un report firmato da alcuni membri del Parlamento inglese si legge come “ad aziende simili non dovrebbe essere consentito di comportarsi come gangster digitali nel mondo online, considerandosi al di sopra e al di fuori delle leggi“.
Un chiaro messaggio da parte del Regno Unito che chiede un maggiore controllo nel mondo online su Facebook. Secondo il Parlamento il social network si comporterebbe come un gangster digitale non rispettando le regole di internet. Si tratta naturalmente di un report adottato da una sola nazione. Nessun altro Stato – almeno fino a questo momento – ha giudicato in questo modo l’azienda gestita da Mark Zukenberg. Dall’Inghilterra chiedono l’introduzione di un codice etico per tutti i big della tecnologia.
