Il papà dei supereroi non c’è più. All’età di 95 anni si è spento Stan Lee, figura di spicco della Marvel e inventore di diversi protagonisti dei fumetti.
NEW YORK (STATI UNITI) – Tutti noi siamo cresciuti con Thor, Iron Man, X-Men, Spider-Man, Hulk. Gli eroi dell’infanzia di molti bambini sono stati creati da Stan Lee, per molti anni presidente e direttore editoriale della Marvel Comics. Ma oggi, 12 novembre 2018, il papà dei supereroi è venuto a mancare all’età di 95 anni.
Kirk Schneck, avvocato della figlia di Lee, ha comunicato ai media inglesi e americani, CNN e New York Times prima di tutti, che il mito indiscusso dei fumetti è stato portato in ambulanza dalla sua casa di Los Angeles al Cedar’s Sinai Medical Center, lunedì mattina, ed è mancato qualche ora dopo. La causa della morte non è ancora nota, secondo Schneck, e al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali.
Un grave lutto che ha colpito il mondo dei fumetti e non solo. È stato uno dei genitori acquisti per tutti noi, visto che proprio con le sue creazioni – che considerava come figli – siamo cresciuti. Ora lui non ci sarà più ma i supereroi rimarranno per sempre e soprattutto porteranno il nome di Stan Lee, una delle figure più importanti per quanto riguarda il mondo dei comics.
Stan Lee morto, la forte rivalità tra Marvel e DC
Nato a New York il 28 dicembre del 1922, Stan Lee sin da giovane si è dedicato alla creazione dei fumetti iniziando a lavorare per la Magazine Managment Company di Goodman, l’inventore di Capitan America. La sua carriera va a gonfie vele ma il dopoguerra e la forte concorrenza con la DC lo costringe a cambiare un po’ il modo di lavorare.
E così dopo il grande successo dei Fantastici 4, inizia a studiare altri programmi che potrebbero vincere questa battaglia contro l’altra grande azienda dei comics. La Marvel da quel momento in poi inizia a creare tantissimi personaggi che hanno scritto la storia di molti bambini di una volta e che in futuro continueranno ad essere presente nell’infanzia di molti ragazzini. Perché Hulk, Spider-Man e tutti gli altri non passano mai di moda. Ecco una delle sue ultime interviste in cui racconta la sua carriera e soprattutto i suoi celeberrimi cameo al cinema, il suo vero diletto degli ultimi anni.
Stan Lee lascia una delle più importanti eredità culturali del ventesimo secolo.
Nato Stanley Martin Lieber il 28 dicembre 1922 a New York, Stan Lee iniziò la sua carriera nella allora Timely Comics, nel 1939. Incredibilmente prolifico e un vero stakanovista, negli anni è stato scrittore, redattore e occasionalmente illustratore. Secondo alcune voci, quando Jack Kirby e Joe Simon, allora autori di punta di Timely comics lasciarono la compagnia, ci fu un periodo in cui resse le sorti della Timely (che poi diventerà Marvel) praticamente da solo, scrivendo sotto vari pseudonimi.
Una cosa di cui si vantava spesso. In una intervista che gli viene attribuita disse: “Quasi tutto quello che ho scritto si è concluso in una sola seduta. Sono uno scrittore veloce. Forse non il migliore, ma il più veloce“.
Lee si stava preparando a lasciare l’azienda quando le cambiarono in modo imprevisto.
Stan Lee e i suoi supereroi: una serie di fortunati eventi
All’epoca il mercato era dominato da DC Comics, che alla fine degli anni ’50, iniziò a ripensare ai suoi supereroi per renderli più moderni.
All’inizio degli anni ’60, a Lee fu chiesto praticamente di fare la stessa cosa. Il suo compito era quello di creare una squadra di supereroi che potessero competere con la Justice League di casa DC. E con l’aiuto di artisti come Jack Kirby e Steve Ditko, diede il via a una rivoluzione, in modo quasi inconsapevole.
“Se il mio editore non avesse detto ‘facciamo storie di supereroi’, probabilmente starei ancora facendo ‘A Kid Called Outlaw’, ‘The Two-Gun Kid’ o ‘Millie the Model’ o qualsiasi cosa stessi facendo in quel momento“, ha dichiarato a CNN nel 2013.
La carta vincente di Marvel, e quindi di Stan Lee, fu quella di rivitalizzare il business dei fumetti con una serie di supereroi più umani, imperfetti, complicati. Non a caso alcuni dei suoi personaggi più famosi sono molto lontani dalla figura dell’eroe tutto di un pezzo che aveva dominato fino a quel momento. I suoi personaggi vivevano nel mondo reale. Molti vivevano a New York, con tutta la sua sporcizia, il rumore e le vita reale. E lottavano anche con la quotidianità: la scuola, le bollette da pagare, i problemi sentimentali, il senso della propria esistenza. Un’eredità che ha cambiato per sempre il modo di intendere il fumetto e a cui chiunque sia arrivato dopo deve senza dubbio qualcosa.
fonte foto copertina https://twitter.com/OsmarRios