Il Tribunale di Roma ha condannato tre esponenti del clan Casamonica per il raid al Roxy Bar. Sei anni per Antonio, riconosciuto aggravante mafioso.
ROMA – Il Tribunale di Roma ha deciso di condannare tre delle quarto persone responsabili del raid al Roxy Bar di via Barzilai a Roma. I fermati – appartenenti al clan dei Casamonica – hanno deciso di essere giudicati con il rito abbreviato con i giudici che hanno accettato l’impianto accusatorio dell’accusa ma non le richieste delle pene. È arrivata anche la sentenza in appello per Antonio Casamonica, condannato a sei anni di detenzione. Per lui i giudici hanno riconosciuto l’aggravante legato allo stampo mafioso.
Raid al Roxy Bar, sei anni di carcere per Antonio Casamonica
Antonio Casamonica è stato condannato a sei anni di carcere per il raid al Roxy Bar di Roma, avvenuto lo scorso mese di aprile. La sentenza d’appello ha confermato la prima riconoscendo lo stampo mafioso.
“La sentenza di Appello conferma la condanna di Antonio Casamonica, ma soprattutto che quella di Casamonica è stata un’aggressione di stampo mafioso. Noi siamo accanto ai cittadini onesti, in questo caso accanto a Roxana. Siamo accanto alle persone come lei“, ha evidenziato Virginia Raggi.
Le altre condanne
Dopo il procedimento con rito abbreviato, erano stati condannati Alfredo Di Silvio, Vincenzo Di Silvio e il nonno Enrico. Anche per loro è stato riconosciuto l’aggravante legato allo stampo mafioso.
La condanna più dura era stata inflitta ad Alfredo Di Silvio che dovrà scontare ben 4 anni e 10 mesi. Per Vincenzo Di Silvio 4 anni e 8 mesi mentre il nonno Enrico, che all’epoca dei fatti era ai domiciliari per minaccia, 3 anni e 2 mesi.
Roma, raid al Roxy Bar: il comune non è stato ammesso come parte civile
Per questa vicenda il Comune di Roma aveva deciso di costituirsi come parte civile ma il Tribunale non ha accolto la richiesta perché è stata ritenuta tardiva.
La vicenda risale alla mattina di Pasqua quando un barista si era rifiutato di servire gli esponenti dei Casamonica per primi. L’unica a ribellarsi a questo raid è stata una donna disabile che è stata presa a cinghiate dalle quattro persone. Ora per loro si aprono le porte del carcere.