Matteo Renzi critica la strategia di Meloni sulle spese militari e accusa von der Leyen di ideologismo. Le anticipazioni del suo nuovo libro.
Negli ultimi anni, la spesa militare è tornata al centro del dibattito politico internazionale, Matteo Renzi commenta la situazione. Le crescenti tensioni geopolitiche e il ritorno di Donald Trump sulla scena politica americana hanno riacceso la discussione sul ruolo dell’Europa nella difesa comune.

Il dibattito sulle spese militari in Europa
Da un lato, il governo italiano guidato da Giorgia Meloni spinge per un aumento degli investimenti nella difesa, sostenendo la necessità di rafforzare le capacità militari nazionali. Dall’altro, a livello europeo, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, promuove una strategia che punta su un forte intervento economico per consolidare le forze armate del continente.
Tuttavia, non tutti sono d’accordo con questo approccio. Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio e attuale leader di Italia Viva, ha espresso un punto di vista critico sia nei confronti della linea di Meloni che di quella di von der Leyen. Nel suo nuovo libro, L’Influencer, Renzi analizza le strategie di difesa dell’Unione Europea e propone un’alternativa basata sull’innovazione e la ricerca.
«Non mi fido di von der Leyen»
Nel suo saggio, Renzi non risparmia critiche alla presidente della Commissione Europea, accusandola di eccessivo ideologismo e di una gestione poco efficace delle politiche comunitarie. Secondo lui, von der Leyen ha già dimostrato i suoi limiti con il Green Deal, trasformando un’iniziativa potenzialmente positiva in un problema per l’industria europea.
«Non mi fido di Ursula von der Leyen. Non la ritengo capace di guidare l’Europa in un passaggio così delicato».
Ma se da un lato Renzi sostiene la necessità di un’Europa più forte militarmente, dall’altro sottolinea che il vero investimento da fare è sulle idee e sull’innovazione tecnologica.
«Per me il cuore di tutto deve essere l’investimento in ricerca. Perché grazie alle risorse liberate per la ricerca militare sono nate le più grandi scoperte degli ultimi decenni, da internet al farmaceutico agli smartphone».
Secondo i dati da lui riportati, gli Stati Uniti investono oltre 90 miliardi di dollari l’anno in ricerca e sviluppo sulla difesa, mentre l’Europa si ferma a soli 9 miliardi. Questo squilibrio, secondo Renzi, impedisce all’Europa di competere a livello globale e di sviluppare tecnologie all’avanguardia.
La sua proposta? Non solo aumentare la spesa per la difesa, ma soprattutto rimodularla, destinando una parte significativa alla ricerca.
«Senza aumentare le spese militari ma solo rimodulandole con la stessa proporzione degli americani, potremmo triplicare e arrivare a quasi 30 miliardi di dollari. Il che significherebbe ricadute straordinarie per i giovani talenti e per la quotidianità dei cittadini europei».
Per Renzi, dunque, serve investire in difesa, «ma non come dice la Meloni. Purtroppo nemmeno come dice la von der Leyen».