Il governo Draghi ragiona sulle riaperture consapevole del fatto che il malumore della piazza non possa essere ignorato.
Draghi valuta le riaperture anticipate nelle zone a basso rischio. La piazza continua a mandare segnali chiari al governo: la manifestazione del 12 aprile a Roma ha confermato che imprenditori, commercianti e ristoratori sono allo stremo. Anzi, buona parte degli italiani sono allo stremo. Dal punto di vista economico, psicologico, fisico o morale.
Emergenza coronavirus, Draghi spinge per le riaperture
Il governo è consapevole di non poter fingere che l’emergenza sanitaria non ci sia sa anche che il malumore della piazza non può essere ignorato. Ecco quindi che prende forma la consapevolezza del fatto che serva dare un segnale. Anche piccolo, ma un segnale che le cose stiano andando nel verso giusto serve.
Per quanto possano essere varati ingenti piani di sostegno alle attività economiche colpite dalle chiusure, i ristori veri sono le riaperture. E lo ha detto anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa.
Per questo è probabile che nella seconda metà del mese di aprile possa esserci qualche riapertura, che dovrebbe interessare principalmente bar, ristoranti, parrucchieri e musei. Nulla di rivoluzionario, gli obiettivi raggiunti dalla Gran Bretagna sono ancora decisamente lontani ma almeno è qualcosa.
Protocolli meno stringenti almeno per le attività soffocate dall’emergenza
Stando a quanto emerso nelle ultime ore, il Presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe chiesto al Comitato Tecnico Scientifico nuovi protocolli che possano consentire alle attività di riaprire in sicurezza. Il Cts avrebbe l’incarico rivedere i protocolli nella speranza che possano essere meno stringenti per tutte quelle attività economiche messe in ginocchio dall’emergenza sanitaria e dalle chiusure.
La campagna di vaccinazione
È evidente che il ritmo delle riaperture sia legato al ritmo della campagna di vaccinazione. Messe in sicurezza le categorie a rischio, il Paese può riaprire con una buone dose di sicurezza e sfrontatezza consapevole del fatto di aver messo al sicuro le persone più esposte al rischio del decesso in caso di contagio.
Come comunicato dalla struttura commissariale, entro il 22 aprile in Italia dovrebbero arrivare più di 4 milioni di dosi che dovrebbero consentire di superare le 300.000 somministrazioni al giorno e di mettere in sicurezza gli over 80 e una percentuale significativa di over 70 e 75.