L’ultima battaglia del ministro Lollobrigida per ridurre l’Iva sulle ostriche: ecco il motivo e cosa c’entra il granchio blu.
Dopo la bufera sulla pericolosità dell’acqua, il ministro Lollobrigida torna con una nuova battaglia: le ostriche. Dopo una degustazione al Senato, come riportato da Open, il ministro ha rilanciato la proposta di ridurre l’Iva sulle ostriche dal 22% al 10%.
“Le ostriche sono un bene di lusso solo perché sono care, ma in realtà la natura non le ha fatte così“, ha dichiarato, sottolineando che la misura aiuterebbe gli acquacoltori, soprattutto quelli colpiti dal granchio blu.

Perché il ministro Lollobrigida è interessato alle ostriche
Ridurre l’Iva sulle ostriche non è solo una questione di prezzo. Per il ministro Francesco Lollobrigida, significa anche, come scritto da Open, “allineare il mercato italiano a quello europeo” e permettere ai nostri pescatori di competere ad armi pari con i produttori stranieri.
Un’operazione che potrebbe dare nuova linfa al settore ittico e, al tempo stesso, rendere le ostriche più accessibili a un pubblico più ampio.
La minaccia del granchio blu
La scelta delle ostriche, dunque, non è casuale. Secondo Lollobrigida, questi molluschi sono “sani” e perfetti per “creare ricchezza e reddito. Ma soprattutto hanno dimostrato una resistenza superiore al granchio blu, la specie invasiva che ha messo in ginocchio gli allevamenti ittici, specialmente nel Golfo di Venezia.
Il ministro dell’Agricoltura del governo della premier Giorgia Meloni ha incontrato i pescatori di Goro, una delle comunità più colpite dalla proliferazione del granchio blu. Il governo, in passato, aveva già stanziato 49 milioni di euro e nominato un Commissario per gestire l’emergenza, ma secondo il ministro non basta.
Oltre a contenere i danni, bisogna permettere ai pescatori di rilanciarsi. Come? Aggiunge Open, puntando su prodotti che possano garantire stabilità economica, e le ostriche sembrano essere la scelta giusta.