Il presidente francese Macron attacca il regime di Assad per l’attacco a Duma. Sulla Siria soffiano venti di guerra: anche la Gran Bretagna è pronta a intervenire. Il Pentagono però frena.
SIRIA – L’attacco a Duma compiuto dalle forza governative del regime di Assad che ha provocato almeno 70 morti e oltre 500 intossicati ha reso il clima ancora più pesante tra le forze contendenti in Siria.
La Francia scalda i muscoli…
Il presidente francese Emmanuel Macron ha attaccato frontalmente il regime di Damasco: “Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche in Siria da parte del regime“. Da Parigi, quindi, giungono segnali inequivocabili di un possibile impegni militare dei transalpini.
Londra pronta a sostenere la coalizione
Nel frattempo, il Consiglio di Gabinetto britannico ha dato il via libera al premier Theresa May di coordinarsi con Stati Uniti e Francia per una possibile azione militare in Siria. Nella nota diffusa da Downing Street si fa chiaro riferimento all’uso di armi chimiche da parte di Assad.
L’impressione è comunque che la May prima di garantire il pieno sostegno alla coalizione voglia attendere l’arrivo degli ispettori dell’Opac che si recheranno a Duma per provare a fare luce sull’accaduto.
La squadra di esperti è già in viaggio e nei prossimi giorni potrebbe fare luce su quanto accaduto in Siria. Se dovesse essere confermata l’ipotesi dell’attacco chimico ad opera del regime di Assad, la coalizione occidentale provvederà a una dimostrazione di forza mirata che servirà a colpire luoghi strategici del regime.
Washington frena
Se Francia e Gran Bretagna sono pronte a ingaggiare uno scontro dalle conseguenze inimmaginabili, gli Stati Uniti operano una frenata significativa: “Crediamo che ci sia stato un attacco chimico, ma stiamo ancora cercando riscontri concreti“, ha spiegato al Congresso l’ex generale James Mattis, segretario alla Difesa. Berlino e Roma hanno già fatto sapere di non essere pronte a un’azione militare.
Secondo quanto riportato dai media statunitensi, il governo americano sarebbe in possesso di prove inequivocabili che testimonierebbero l’uso di gas nervino a Duma: le prove sarebbero campioni di sangue e delle urine raccolti sul luogo del presunto attacco.