Accordo tra Italia, Germania e Francia per la ricollocazione dei migranti. Parigi e Berlino pronti ad accogliere il 25% dei profughi soccorsi.
ROMA – Accordo tra Italia, Germania e Francia per la ricollocazione dei migranti. Il prossimo 23 settembre dovrebbe essere messo nero su bianco un’intesa che potrebbe portare alla risoluzione del problema. Parigi e Berlino, infatti, in caso di sbarco accoglierebbero il 25% delle persone a bordo della ONG.
Ma da parte di Roma c’è intenzione di trovare il prima possibile una risoluzione anche con gli altri Stati membri. Palazzo Chigi vuole la revisione del regolamento di Dublino e quindi una ricollocazione in poco tempo dei migranti che sbarcheranno in Italia. Da parte dell’Europa qualche perplessità resta ma gli accordi con Francia e Germania potrebbe aprire una strada che fino a questo momento sembrava molto impervia.
Migranti, la Francia: “Condividiamo la posizione dell’Italia”
Italia e Francia pronti a collaborare sui migranti. “Condividiamo – sottolinea ai microfoni dell’ANSA il portavoce del governo transalpino – la necessità di avere una politica europea dell’asilo tra cui il rafforzamento di Frontex e il fatto di fare evolvere il regolamento di Dublino“.
Un dialogo che potrebbe riguardare anche altri ambiti: “L’Italia è un alleato storico del nostro governo – aggiunge Sibeth Ndiaye – in nessun momento le scelte politiche che gli uni o gli altri hanno potuto fare, hanno smentito questo dato di fatto. E la visita di Mattarella ha dimostrato la solidità delle relazioni tra i due Paesi malgrado i disaccordi che a volte possono esistere“.
Migranti, Ocean Vikings ancora in mare
In attesa dell’intesa tra i tre Paesi la Ocean Vikings continua a restare nel Mediterraneo. Nessuna indicazione di un porto sicuro fino a questo momento anche se da parte del Viminale non è stato emesso un divieto di ingresso in acque italiane. Il presidente del Parlamento UE, David Sassoli, nell’incontro con il premier Conte ha ribadito il bisogno di far sbarcare i migranti nel giro di pochi giorni.
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