Gianni Infantino risponde alle accuse sull’Uefa: “È dura accettare che un figlio di immigrati italiani sia al mio posto ma non è stato commesso nessun illecito”.
Intervenuto ai microfoni di alcune delle maggiori testate giornalistiche mondiali, il capo della Fifa Gianni Infantino ha voluto fare luce alle accuse emerse nei giorni scorsi, secondo cui l’Uefa, negli anni in cui lui si trovava lì, avrebbe spinto alcuni top club a declinare l’invito a partecipare alla Superlega.
Infantino risponde alle critiche sull’Uefa: difficile accettarlo ma non è stato commesso nessun illecito
“Io posso capire che è dura accettare che un figlio di immigrati italiani sia al mio posto ma non è stato commesso nessun illecito. Ho operato sempre in modo trasparente. […]. Il nostro obiettivo era aiutare i club, non distruggerli“.
“Ho incontrato Psg e Manchester City perché era il mio lavoro a cercare un un accordo – ha proseguito Infantino come riportato dall’ANSA -, e poi passarlo al panel giudicante che prende le decisioni indipendentemente.
Tra i 30 club solo due non hanno trovato accordo, uno e il Milan che ha vinto il caso al Tas. Per i club che sono stati esclusi e ben diverso. Questi non pagavano i debiti egli stipendi che sono cose molto più gravi. Quindi, nessun favoritismo a nessuno, era mio lavoro come capo amministrazione Uefa a farlo“.
Infantino sul Mondiale del 2026: ho incontrato Trump dopo l’assegnazione
Gianni Infantino ha colto l’occasione per fare luce anche sull’assegnazione del Mondiale di calcio del 2026 che si svolgerà negli Stati Uniti, in Canada e in Messico: “Ho parlato con Trump la prima volta il 28 agosto, dopo l’assegnazione del Mondiale (il 13 giugno, ndr). La Fifa ha iniziato un nuovo corso fatto di regole chiare e trasparenti, decise ancora prima di sapere quali erano i Paesi candidati”.
