Le indagini della Digos hanno portato alla necessità di provvedimenti cautelari per quattro soggetti, dei quali uno ancora non reperibile.
FORLÌ – Ancora terrorismo a Bologna, dopo i due ragazzi arrestati a maggio 2019, sono stati arrestate altre persone passate per la capitale emiliana. Almeno è quanto confermano i procuratori Antonella Scandellari e Giuseppe Amato, che hanno gestito l’inchiesta.
I procuratori, durante una conferenza stampa, hanno illustrato i dettagli delle indagini che avevano portato all’emissione di due misure cautelari, ora diventate quattro. Tutti i soggetti colpiti sono ragazzi tra i 22 e i 29 anni, tre somali e un etiope.
Le accuse, estese a tutti e quattro i soggetti, sono quelle di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e finanziamento al terrorismo.
Bologna e il terrorismo: il passaggio dei terroristi in città
Dalle indagini Bologna non è certo un’obiettivo dei terroristi, o presunti tali, ma un punto di passaggio. D’altronde le intercettazioni che hanno dato il via all’indagine riguardavano un ragazzo di Bologna.
L’hub di via Mattei, a Bologna, avrebbe inoltre ospitato uno dei presunti terroristi somali, già ricercato in Germania, e il 20enne O.I., già arrestato a fine 2018 a Bari.
Entrambi sarebbero arrivati a Bologna subito dopo essere arrivati dalla Libia, ma sarebbero rimasti nella capitale emiliana solo per qualche giorno. Si sarebbero poi diretti a Forlì e, dopo mesi lì, si sarebbero divisi (uno a Bari e l’altro in Germania).
Il terrorista ricercato in Germania, attualmente, è ancora latitante.
Digos di Bologna, le indagini rivelano rete di finanziamento
Le indagini partite dalla chiamata tra i due ragazzi africani, e che ha portato al loro arresto nel maggio 2019, ha rivelato molto più di quanto la Digos di Bologna si aspettasse.
Per prima cosa, i loro telefoni erano sotto controllo perchè i numeri erano stati trovati nella rubrica di un terrorista. Stiamo parlando di Abu Hamza, arrestato in Somalia nel 2017 e collegato ad Al Shabaab.
Le indagini hanno fatto ipotizzare agli inquirenti che uno dei somali arrestati, il 23enne, fosse a capo di due reti criminali, una atta ad importare connazionali illegalmente per spostarli in Europa del Nord e una per finanziare illegalmente il terrorismo.
Attualmente, in ogni caso, le indagini su queste due reti criminali potrebbero espandersi ancora di più. La polizia sta controllando PC e cellulari sequestrati e potrebbe scoprire molto di più.