Le forze in campo in Siria. La via d’uscita dalla guerra è nelle mani di Turchia, Russia e Iran. Ma restano le incognite profughi e prigionieri.
DAMASCO (SIRIA) – Il rischio di una guerra tra le forze in campo in Siria continua ad essere molto alto. La decisione della Turchia di invadere la parte del Nord del Paese sembrava essere ‘avvallata’ da Donald Trump che, però, nelle ultime ore ha deciso di fare un passo indietro. “Molti credono – sottolineano dalla Casa Bianca – che il conflitto stia scemando ma questo è un errore di sottovalutazione“.
Nessun ritiro dei militari che resteranno al fianco dei curdi in questa battaglia contro Ankara. Anche se gli Stati Uniti sono pronti a salvaguardare i propri soldati.
Le forze in campo
Dando uno sguardo con attenzione alle forze in campo, la coalizione che ormai da diverso tempo è in quel territorio è quella dei democratici che ha il supporto americano. Si tratta di 60mila combattenti anche siriani arabi che controllano un terzo del Paese. Fino a questo momento le truppe di Assad hanno evitato il combattimento con loro.
Ma dall’altra parte abbiamo anche i turchi, iraniani e russi. E proprio da loro dipende la possibile uscita dalla guerra che ormai sembra imminente. Da tempo il Cremlino è al fianco del regime ribadendo che quando questo “prenderà il controllo totale gli stranieri dovranno lasciare il Paese“. Più lunga l’influenza per Teheran che ha intenzione di sfruttare i benefici economici. Ankara collabora con questi due Paesi e intanto si è assicurato la zona di Afrin.
Le altre forze
Ma in questa guerra ci sono anche altre forze in campo come il regime siriano che continua a recuperare terreno o i ribelli che ormai sono diventati dominanti nella provincia di Idlib. Senza, però, dimenticare l’Isis che è “accasciato ma non sconfitto e sta risorgendo“.
fonte foto copertina https://twitter.com/ClaudioPerconte