Il ministro della Salute Roberto Speranza sulla diffusione del coronavirus in Italia: “Ci teniamo pronti ad ogni evenienza, abbiamo bisogno di essere pronti”.
Intervenuto ai microfoni del TG3, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus commentando i dati dell’Italia e quelli dell’Europa.
Coronavirus, Speranza: “Escludiamo al momento interventi più larghi”
“Sullo stato di emergenza faremo una valutazione da qui a qualche settimana quando arriverà a scadenza e ci teniamo pronti ad ogni evenienza nel senso che abbiamo bisogno di essere pronti a misure qualora dovessero essere necessarie a livello di piccoli territori, a livello diciamo sub-provinciale, escludiamo in questo momento interventi più larghi”, ha dichiarato il ministro Speranza. Al momento l’orientamento è quello indicato dal premier Conte nelle scorse settimane: interventi a livello locale e no a nuove chiusure generali.
Riapertura degli stadi e scuole
Parlando della riapertura degli stadi Speranza ha ribadito il suo no al riempimento fino al 25% della capienza.
“Penso che dobbiamo puntare le nostre energie sulle cose essenziali, non possiamo permetterci rischi impropri, in questo momento la priorità è la scuola. La scuola ha oramai riaperto in tutta Italia, stiamo ancora monitorando per capire quali sono le conseguenze relative. Devono passare un po’ di giorni, un po’ di settimane e capire bene qual è la reazione sul piano epidemiologico dell’apertura delle scuole“.
Speranza e l’emergenza coronavirus in Gran Bretagna
Inevitabile una riflessione sull’emergenza coronavirus che sta interessando la Gran Bretagna.
“Abbiamo un vantaggio rispetto ad altri Paesi e proveremo a difendere questo vantaggio con tutte le energie, oggi il test viene fatto dalle aree che abbiamo ritenuto più a rischio, alcuni di questi Paesi stanno un po’ meglio e non escludiamo che possano essere tolti dalla lista, altri, potranno entrare. Sicuramente il Regno Unito è un Paese molto importante, lo stiamo monitorando con grande attenzione, sulla base dell’evoluzione epidemiologica“